Sei sicuro che quel coperto costoso che hai pagato al ristorante sia obbligatorio? Ecco tutto quello che dice la legge a riguardo.
Concedersi ogni tanto il piacere di un pranzo o una cena al ristorante fa parte di quei piccoli lussi della vita a cui – giustamente – non siamo intenzionati a rinunciare. Una bella pizza nel locale sotto casa, quello di sempre, assaggiare un prodotto tipico in un ristorante della città in cui siamo in vacanza, provare sapori nuovi, condividere con qualcuno a cui vogliamo bene un pasto speciale. Ci sono tanti motivi per cui a volta una cena fuori può far bene al cuore. Ma il conto non è uno di questi!
Certamente possiamo decidere se quel giorno possiamo spendere di più e concederci una portata extra, magari quel dolce a cui rinunciamo sempre per risparmiare o quel vino particolare che avremmo sempre voluto assaggiare. Oppure vogliamo restare nei ranghi, andare sul sicuro e tenere da parte qualche soldino in più. Abbiamo fatto i nostri calcoli oculatamente, e poi? Tutto viene rovinato da quel coperto che a cui non avevamo pensato. Ma dobbiamo pagarlo per forza?
Dopo quello che potrebbe essere un sacrificio per riuscire a permettersi una cena fuori, magari offrendola anche a chi vogliamo bene e che abbiamo deciso di invitare, tutto vorremmo trovarci fuorché un sovrapprezzo che fa gonfiare il conto. Il “coperto” sarebbe il costo di servizio per aver occupato un posto, in parole povere. Ma siamo sicuri che sia obbligatorio per un ristorante e per te che sei cliente pagarlo? Ecco che cosa dice la legge a riguardo.
Cattive notizie per chi credeva di risparmiare: il coperto va pagato, se presente. Non è obbligatorio per il ristorante aggiungere questa piccola “tassa” che va a gonfiare il conto finale, ma sicuramente è senza dubbio legale e lecito che lo faccia. Un ristoratore può decidere di mettere il sovrapprezzo oppure no, ma se esiste il cliente è tenuto a sborsare quando richiesto.
Si tratta, in sostanza, di un piccolo contributo che copre alcuni costi laterali come le pulizie del ristorante, le vettovaglie e tutti quegli extra che non hanno a che fare strettamente con il cibo e con il servizio in sé. Non c’è ancora in Italia una vera e propria legislazione a riguardo.
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