Questo è il periodo in cui in tanti possono andare incontro a quella che viene definita “la sindrome del cuore in vacanza”. Ecco a quali sintomi prestare attenzione.
Le festività sono finalmente arrivate e per molti coincidono con uno dei momenti più attesi perché consentono di staccare per qualche giorno dal proprio lavoro e di trascorrere più tempo con gli affetti più cari. Per alcuni è la prima vera fase in cui si ha modo di riposarsi dopo le vacanze estive, in cui sarà possibile dedicarsi ad attività più piacevoli, oltre che magari approfittarne per raggiungere una località lontano da casa.
Almeno apparentemente, quindi, si può pensare al periodo natalizio solo come a qualcosa di positivo, specialmente perché c’è chi dovrà necessariamente attendere Pasqua per fare altrettanto, ma comunque con un numero di giorni ridotto. In realtà, è bene sapere che c’è il rischio concreto di andare incontro a quella che viene definita la sindrome del cuore in vacanza, problema di salute che non deve essere sottovalutato.
Molti potrebbero pensare alle vacanze come a qualcosa di esclusivamente favorevole, soprattutto per quelle che si decide di prendere in occasione di Natale e Capodanno, che sono tra le feste più amate, non solo dai bambini. In realtà, questo non è sempre vero. Anzi, è il periodo in cui aumenta il pericolo di dover fare i conti con la così detta sindrome del cuore in vacanza. Il termine potrebbe dire poco, ma è bene conoscerlo per capire se si è vicini ad una situazione simile.
Il riferimento è al maggior numero di attacchi cardiaci che si riscontrano in questa fase. E non solo in chi ha già di per sé problemi di cuore, quindi può esserne già soggetto rispetto ad altri. In America tutto ciò è conosciuto come Holiday heart syndrome might. È già dalla fine degli anni ’70 che si è iniziato a parlarne, notando una correlazione tra le festività e gli infarti, a volte anche mortali.
Questo può avvenire proprio perché si tende a lasciarsi andare e ad avere comportamenti che in altri periodi possono essere più rari. Soprattutto quando ci si ritrova a tavola con persone che non si vedono da tempo, perciò può essere naturale bere un bicchiere in più rispetto al solito. È bene prestare la massima attenzione, in particolare se si dovesse riscontrare un battito cardiaco più accelerato del solito, situazione che a livello medico viene chiamata fibrillazione atriale, ossia un’aritmia cardiaca.
Tra le cause non c’è però solo l’alcol, è da precisare, ma anche alcune abitudini tipiche. Per esempio il consumo di caffeina e sale, che non dovrebbe mai essere fatto in modo eccessivo. Non bisogna, poi, pensare che ad andare incontro alla sindrome del cuore in vacanza possano essere solo le persone che già soffrono di problemi cardiaci. Una maggiore attenzione al proprio modo di agire dovrebbero, comunque, averla i cardiopatici e gli anziani fragili, che potrebbero presentare uno scompenso cardiaco acuto.
Un discorso simile può riguardare anche chi ha il diabete o un’insufficienza renale. Non si devono sottovalutare sintomi quali la stanchezza cronica ed eccessiva, dolore toracico o mancanza di respiro e tachicardia. È consigliato avere un occhio di riguardo a quello che si mangia, pur essendo normale togliersi qualche sfizio in questo periodo. Si dovrebbero evitare le cosiddette abbuffate, sia per il cibo sia per l’alcol, oltre a un uso eccessivo di creme con cui si farciscono pandori e panettoni.
Il problema può comunque essere compensato bevendo almeno un paio di litri di acqua al giorno e facendo attività fisica (può bastare una passeggiata di circa 15-20 minuti). Darsi troppo alla pazza gioia a livello culinario può aumentare anche i livelli di colesterolo nel sangue, altra circostanza dannosa. È proprio per questo che non dovrebbe mai mancare l’assunzione di fibre nella dieta, oltre a diminuire grassi saturi e alcol e smettere di fumare.
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