È stato confermato il bonus contributi direttamente in busta paga che di fatto andrà ad alzare di molto il netto ogni mese.
Un pacchetto di benefici pensato per il 2024. Il nuovo anno inizia quindi con agevolazioni, ma soprattutto un incremento dal punto di vista economico per quanto riguarda il reddito mensile. Dei contributi si è parlato in questi mesi in termini di sgravi, soprattutto per le donne lavoratrici che attingeranno ad un beneficio extra, se madri, e per tutti invece grazie alle nuove aliquote Irpef.
In ogni caso, è previsto un aumento netto a partire proprio da gennaio con ripercussioni in relazione al proprio tetto di reddito. Dunque una variazione proporzionale che ognuno può considerare su quelle che sono le proprie necessità economiche.
Nella busta paga ci saranno degli aumenti, ma non saranno uguali per tutti. È necessario, di conseguenza, fare un calcolo sull’imponibile lordo per andare a capire quale sarà quello effettivo. Per quasi tutti i lavoratori dipendenti, vengono versati il 33% dei contributi. Di questa percentuale il 9.19% del privato e l’8.80% del pubblico sono a carico del lavoratore; il resto viene versato invece dal datore.
In questi anni, a causa dell’inflazione (tra le varie cose), gli importi netti in busta paga sono aumentati pochissimo. Ciò perché, anche laddove c’erano degli incrementi sul dovuto, considerando poi tutto il resto, venivano appiattiti sotto le proporzioni contributive. La novità per il 2024, invece, offre proprio un vantaggio in quanto di fatto opera su tale particolare.
Lo sgravio contributivo è iniziato nel 2022, tuttavia per rendere questo vantaggio economicamente rilevante, non solo pertanto per chi aveva determinati redditi, è stata fatta un’ulteriore modifica. Con il nuovo sgravio, quello che accade è che entro i 1923 euro di busta paga si applica il 7%, quindi l’1.80% è a carico del lavoratore pubblico, mentre il 2.19% del lavoratore privato.
Viene applicato il 6% invece con una busta paga entro i 2692 euro. In questo caso a carico del lavoratore sono 2.80% per il pubblico e 3.19% per il privato. Tutti coloro che hanno un reddito che rientra in questa soglia di 2692 euro hanno diritto allo sgravio, ovviamente più è basso e maggiore sarà l’importo netto ricevuto in busta paga.
Volendo fare un esempio pratico, per le retribuzioni tra 1923 e 2692 euro il risparmio è di 161.52 euro mensili, ovvero 1938.24 euro annui, una cifra non proprio bassa. Con l’aliquota al 9.19% di tipo ordinario e una retribuzione di 2692 euro lordi, il versamento era di 247.39 euro mentre con il nuovo sistema passa a 85.87 euro. Ciò che si risparmia diventa reddito.
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