Arrivano novità fondamentali per i pensionati che potranno ottenere una semplificazione importante grazie alla Pace Contributiva del 2024.
Non solo andare in pensione prima sarà possibile, ma anche più facile grazie alle nuove modalità di erogazione del beneficio. Ovviamente questo non vale per tutti, bisogna rispondere a determinati requisiti e comprendere se e come procedere.
Il pensionamento anticipato con la Pace Contributiva al momento è un metodo ottimo. Uno strumento che risale al 2019 e che doveva essere valido fino al 2021, ma è stato successivamente esteso e quindi torna nuovamente utile.
I cambiamenti sul profilo pensionistico per il nuovo anno hanno portato alcuni problemi e soprattutto restrizioni, in particolare per coloro che desiderano uscire prima dal mondo del lavoro. Ci sono sempre numerose possibilità ma sicuramente l’incentivo in questo caso viene dato a chi resta e non a chi va. Quindi molti sono spinti, proprio su queste basi, a rimanere pur avendo raggiunto alcune condizioni specifiche.
La Pace Contributiva è uno strumento eccellente perché consente di andare a colmare tutti i vuoti contributivi e di poter sanare le mancanze, ottenendo così una situazione lineare che permette di fatto di uscire facilmente dal mondo del lavoro senza problemi. Rientrano nei buchi contributivi le interruzioni di ogni tipo, dunque dalla disoccupazione ai passaggi, gli studi e qualsiasi problematica di vario genere. In generale si possono recuperare fino a 5 anni di contributi non consecutivi che sono stati persi.
Per avere il beneficio però è necessario riscattare quelli “puri”, e soprattutto versati entro il 1996. Restano esclusi dalla possibilità coloro che fanno parte del calcolo misto e retributivo. Non sono da conteggiare invece i contributi che derivano da periodi in cui vi è un buco dato da un datore di lavoro che non ha versato quanto dovuto. Ad esempio, con la contribuzione figurativa come servizio militare, maternità, disoccupazione, non si ha diritto a riscattare i periodi.
Pertanto bisogna scindere i contributi validi da quelli che non lo sono, anche laddove ci siano limiti importanti e si rischia di arrivare in maniera difficile o limitata all’effettivo pensionamento. Per il riscatto dei contributi il lavoratore dovrà pagare il costo del recupero, che si basa sul reddito imponibile dei 12 mesi precedenti. Per i lavoratori dipendenti l’aliquota è del 33%, per quelli autonomi è del 24% circa, per la gestione separata Inps invece è pari al 25.72%.
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