Al momento dell’assunzione, al lavoratore viene consegnato il modulo delle detrazioni di imposta e destinazione del TFR.
Come compilarlo? Il modulo detrazioni e destinazione del TFR è un documento davvero fondamentale per i lavoratori dipendenti. E compilarlo con sufficienza o senza attenzione potrebbe portare a delle brutte sorprese in busta paga. Il modulo, che va sempre compilato in ogni sua parte e consegnato al datore di lavoro o all’ente pensionistico, può infatti avere un effetto immediato sulla percezione di alcune agevolazioni.
Oppure può portare a guadagnare più soldi con lo stipendio. In pratica, solo affrontando con serietà la compilazione del modulo in esame, sarà possibile per il lavoratore garantirsi una corretta applicazione delle detrazioni. Inoltre, passa sempre per la giusta compilazione del modulo, anche la gestione adeguata del proprio reddito.
Proprio per questo, però, i lavoratori hanno spesso dei dubbi su come interpretare il documento e sulla più corretta procedura di compilazione. In questo senso, potrebbe essere utile rivolgersi a un CAF o a un sostituto d’imposta. Seguendo alcuni consigli si può tuttavia fare benissimo anche da soli.
La prima cosa da tener presente è che attraverso il modulo si può indicare la propria preferenza rispetto al godimento del trattamento integrativo riconosciuto ai sensi della legge n. 3 del 2020. Si vuole ottenere tutto il trattamento come premio a fine carriera o se ne vuole destinare parte all’integrazione della futura pensione?
E non solo. Col modulo si esprimono anche le possibili detrazioni di imposta spettanti per coniuge, figli e altri familiari a carico, insieme a tutte le altre detrazioni riconosciute sui redditi per lavoro dipendente (detrazioni che possono essere poi applicate direttamente in busta paga o recuperate con la dichiarazione dei redditi).
E qui nasce il dubbio fondamentale del lavoratore. Davvero è sempre conveniente accettare le detrazioni sotto forma di aggiunta in busta paga? Per i redditi più alti, ciò può essere sconveniente. E lo è anche per quelli più bassi, che tramite uno stipendio leggermente più alto potrebbero perdere diritto a varie prestazioni assistenziali da parte dello Stato.
Una soglia importante da tenere d’occhio è quella dei 2.840,51 euro: si tratta del limite reddituale che dà accesso all’assegno unico per i figli a carico. Anche le detrazioni da lavoro dipendente in busta paga variano in base al reddito del lavoratore: per legge si riducono in misura proporzionale quanto più il reddito aumenta.
Il modulo detrazioni e destinazione TFR, oltre ai dati anagrafici, deve contenere informazioni sulle detrazioni fiscali. In questa sezione il lavoratore deve appunto indicare le detrazioni a cui ha diritto in base al reddito percepito e alla composizione del nucleo familiare. E molto dipende dunque sia dai familiari a carico che da altre situazioni specifiche.
Poi c’è la già citata richiesta della detrazione sul TFR: il dipendente è chiamato a specificare la sua preferenza riguardo al trattamento del TFR, e ciò, ovviamente, influisce sulla destinazione del trattamento. Infine c’è il conguaglio IRPEF, la sezione riguarda l’eventuale conguaglio sull’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Ed è qui, che in base alle proprie esigenze, e dunque dopo un attento calcolo, il lavoratore deve esprimere se la sua preferenza. Meglio che l’IRPEF venga calcolata direttamente in busta paga o che sia recuperato successivamente tramite la dichiarazione dei redditi? Come spesso accade non c’è una risposta assoluto: tutto è relativo al contesto specifico.
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