Ecco la guida definitiva con tutto ciò che ti serve sapere per ottimizzare il TFR ed ottenere grandi benefici economici.
Il TFR, Trattamento di Fine Rapporto, è semplicemente una parte dello stipendio di un dipendente che viene accantonata dal datore di lavoro. Esso corrisponde al 7,41% della retribuzione lorda a cui si sottrae lo 0,50% prelevato dall’INPS che è destinato al fondo di garanzia. Il Fondo di garanzia INPS serve per garantire ai lavoratori la liquidazione del loro TFR, in caso di insolvenza da parte del datore di lavoro.
Infatti le aziende con meno di 50 dipendenti possono fallire e potrebbero non essere in grado di pagare i TFR ai loro dipendenti. Quindi, il TFR netto ammonta al 6,91% della retribuzione lorda. Il montante accumulato finale sarà davvero molto interessante, parliamo di migliaia di euro che vanno tutelati nel migliore dei modi. Ma adesso vediamo insieme come sfruttare al meglio il trucco del CAF per ottenere più soldi.
TRF 2024: ecco come trarne vantaggio economico
Finalmente adesso andiamo a chiarire tutti i dubbi e le domande che potranno sorgere sulla destinazione del TFR, su come proteggerlo e su come ottenere dei vantaggi semplicemente facendo la scelta giusta.
Iniziamo col dirvi che l momento dell’assunzione il lavoratore ha di fronte a sé 2 scelte:
- lasciare il TFR in azienda;
- destinare il TFR a un fondo pensione.
Attenzione: in caso di “non scelta”, comunque il TFR sarà destinato da qualche parte secondo la regola del silenzio assenso.
Difatti, indipendentemente dall’organico dell’azienda, il Trattamento di Fine Rapporto a partire dal settimo mese dall’assunzione verrà versato nel fondo pensione di categoria. In caso di sua assenza, nel fondo cui hanno aderito la maggior parte dei lavoratori di quell’azienda. Ma c’è un però. Se fossi tu a scegliere, non solo potresti decidere a quale fondo pensione aderire, ma anche e soprattutto godere di altri benefici che analizzeremo più avanti e che possono davvero fare la differenza.
La scelta migliore è quella di lasciare il proprio TFR in azienda. In base alle dimensioni dell’azienda per cui si lavora si aprono 2 scenari possibili:
- Azienda con meno di 50 dipendenti;
- Azienda con più di 50 dipendenti.
Nel caso di aziende con meno di 50 dipendenti, il TFR è accantonato nelle casse dell’azienda stessa. Ciò non è la soluzione ideale. In effetti, l’obiettivo del TFR deve essere quello di crescere nel tempo e di creare un capitale molto più grande da trasformare in una “seconda pensione”.
Il primo e più importante consiglio sul TFR è quello di destinarlo a un fondo pensione il prima possibile. Lasciarlo in azienda non ha alcun senso. Anzi si corre il rischio di poterlo perdere in caso di fallimento aziendale.
Se spostiamo il TFR in un fondo pensione invece avremmo poi sin da subito un bel beneficio fiscale. Infatti, lo Stato, ben conscio del problema sociale legato alla tematica delle pensioni, concede delle agevolazioni sia alle aziende sia ai lavoratori che decidono di versare il TFR in un fondo pensione.
Il TFR nel fondo pensione non è tassato con l’aliquota media IRPEF, ma con un’aliquota agevolata del 15% che può scendere fino a un minimo del 9%.
Spostare il TFR nel giusto fondo pensione può portarci dei rendimenti anche superiori al 5% medio annuo al netto di tutti i vantaggi fiscali e di tutte le garanzie tipiche dei fondi pensione. Ciò può farci ottenere un capitale anche di 2-3 volte più grande rispetto al semplice TFR lasciato in azienda! Inoltre oltre alla tassazione agevolata sul montante finale, abbiamo anche una tassazione agevolata sui rendimenti: questa è pari al 20% rispetto al classico 26%.